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L’Enrosadira e la luce rosa delle Dolomiti

Tempo di lettura: 2 min
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hi conosce le Dolomiti lo sa, la loro massima spettacolarità si tocca durante l’alba e il tramonto, i due momenti della giornata in cui se si ha fortuna si può assistere al fenomeno dell’Enrosadira. L’Enrosadira si manifesta in tutto il suo splendore soprattutto verso sera, quando il sole tramonta e i suoi raggi colorano le vette delle più tonalità più sorprendenti. E’ un qualcosa che lascia sempre a bocca aperta non solo chi vi assiste per la prima volta, ma anche le persone che nelle Dolomiti ci vivono: le montagne si tingono di un rosa intenso che corre verso l’arancio, si accende di rosso per poi sfumare verso il viola e lasciare spazio, piano piano, al blu della notte.

Enrosadira, nella lingua ladina, significa infatti “colorarsi di rosa”. Ma com’è possibile che questo avvenga?

Sembra una magia, ma in realtà il fenomeno è spiegabile scientificamente. Dipende tutto dalla composizione chimica delle rocce che compongono i Monti Pallidi. La roccia Dolomia infatti contiene un composto di carbonato di calcio e magnesio che fa rifrangere i raggi del sole e dà vita al caratteristico colore rosato. Un fenomeno unico, che varia da periodo a periodo, addirittura da un giorno all’altro, a seconda delle diverse posizioni del sole, della presenza o meno di nuvole, della limpidezza dell’aria.

Come tutti i fenomeni naturali anche l’Enrosadira ha la sua leggenda, che parte da lontano e s’intreccia con la realtà.

È questa la favola che viene narrata da secoli per spiegare l’esplosione di rosa:

“Re Laurino, re dei nani, possedeva un giardino meraviglioso pieno di rose, chiamato “Rosengarten” o Catinaccio. Un giorno il re dell’Adige decise di trovare un marito alla bella principessa Similde, per cui invitò tutti i principi del regno ad un torneo, tranne Laurino. Lui si presentò comunque, nascosto dalla cappa dell’invisibilità, decise di rapire la ragazza per averla tutta per sé. La portò nel suo roseto, ma gli altri cavalieri che li avevano inseguiti, lo accerchiarono. Laurino indossò la cintura che gli dava la forza di 12 uomini, combatté, ma nonostante l’invisibilità venne catturato dai soldati, che osservavano i suoi spostamenti seguendo il fruscio dei cespugli di rose. Allora Laurino, colto dal dolore per essere stato tradito proprio dal suo giardino, lanciò la maledizione: il magnifico roseto non sarebbe più stato visto da nessuno, né di giorno, né di notte. Ma nel pietrificare il giardino dimenticò l’alba e il tramonto. Così da allora le rose riappaiono colorando le montagne, al principio ed alla fine di ogni giorno.”

L’Enrosadira è uno dei tantissimi motivi per i quali le Dolomiti sono una fonte di ispirazione e meraviglia tra le più spettacolari al mondo. 

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